Jean-Paul Pougala - Die Lügen hinter dem Krieg des Westens gegen Libyen
Alles seit Jahren bekannt, wie kriminell Albanische Politiker und Regierungen sind, gesponsert mit Milliarden, vor allem durch die korrupte Politik Klasse in Berlin, Brüssel, Washington und mit der EBRD, Weltbank Mafia.
Drogen Anbau: in 3 Monate 24 Tonnen Samen aus Griechenland eingeführt
Der Original Artikel in “La Repubblica”, was aber nicht verwunden kann, wenn Deutsche Politiker, BKA, Verfassungschutz, EU Parlament ein Ratten Nest, als Partner von Kriminellen, War Lords, Terroristen und Drogen Baronen gebildet haben, was im Visa Skandal auch schon dokumentiert wird. 400 % Drogen Export Steigerung aktuell, wo Edi rama, Fatos Nano, Ilir Meta schon in 2000 eine Drogen Export Steigerung mit korrupter Deutscher, US, EU Unterstützung erreichte.
Postuar: 03/01/2017 – 14:40
Terrorismo, le bandiere dell'Isis nei villaggi dell'Albania. "Una polveriera per la Puglia"
I fenomeni di radicalizzazione oltre l'Adriatico preoccupano l'intelligence italiana: sul territorio pugliese ci sono comunità originarie dei villaggi su cui sventolano le bandiere del Califfato
di GIULIANO FOSCHINI
È dal mare Adriatico che arriva oggi uno dei principali allarmi per il terrorismo in Italia. E la Puglia è frontiera di questo rischio. Nulla c'entrano i flussi migratori. L'allerta non riguarda né i barconi di disperati che attraccano per lo più sulle coste del Salento né le migliaia di richiedenti asilo che, in attesa del permesso di soggiorno, vengono portati nei Cara di Bari e Foggia o nell'hotspot di Taranto.
L'allarme arriva dall'Albania. Dove i nostri servizi di intelligence, così come quelli della maggior parte dei Paesi occidentali, hanno lanciato l'allerta radicalizzazione: in alcuni villaggi, e in particolare quelli ai confini del Kosovo, da tempo sventola la bandiera nera dell'Isis. E sono sempre più i casi di radicalizzazione. "Sta diventando una polveriera" ragiona una qualificata fonte investigativa italiana. "E in questo senso l'Italia diventa un paese esposto. E la Puglia in particolare". Questo per via della vicinanza geografica, della presenza di comunità fortemente radicate e per quegli stretti collegamenti tra criminalità organizzata e traffico internazionale di stupefacenti.
Il caso Albania. Sin dalla nascita dello Stato islamico un numero importante di foreign fighter è partito dai Balcani occidentali, e dall'Albania soprattutto. Se ne stimano mille almeno. Negli ultimi 12 mesi, però, il flusso si è notevolmente ridotto. Non è un caso: la perdita di terreno in Siria ha spinto l'Isis a bloccare i viaggi di chi si vuole arruolare per spostare, appunto, il conflitto in Occidente. Non a caso le intelligence europee segnalano una radicalizzazione sempre più profonda proprio in questi mesi. Un allarme che in un certo modo le autorità albanesi stanno cercando di fronteggiare.
Nove persone sono state condannate per reclutamento, si sta cercando di fare un lavoro sulle moschee seppur 89 sembrano essere completamente fuori controllo. I servizi albanesi hanno segnalato come "fortemente pericolosi" una decina di imam, due dei quali sono però in carcere. Il più pericoloso di loro, Almir Daci, dovrebbe essere morto ad aprile scorso in Siria: è lui che da Leshnica, la città nel sud-est dell'Albania dove reggeva la moschea che ha radicalizzato centinaia di uomini. I ragazzi di Leshnica, Zagorcan e Rremeni sono quelli che ora fanno tremare l'Europa.
La rete pugliese. Non sono città qualsiasi. In Italia vivono da tempo comunità originarie di quelle zone. In particolare in Puglia, con concentrazioni in Salento e in un comune della provincia barese. Un ragazzo di quelle zone, Ervis Alinj, si era trasferito in Puglia piccolo per poi ritornare a casa con i genitori in Albania. Qui si è radicalizzato e poco meno di due anni fa è morto mentre combatteva in Siria. Vengono dal sud-est albanese esponenti di spicco anche della malavita organizzata pugliese, che vivono da anni nel barese e sono attivi in particolare nel traffico di stupefacenti e in quello di armi.
Un fattore questo che rende ancora potenzialmente più pericolosa la situazione, in quanto legherebbe la criminalità organizzata con le organizzazioni terroristiche. Non a caso, sulla cellula albanese da tempo lavora la Dda di Bari. Un fascicolo è stato aperto dopo la strage di Nizza ma fin qui, più che una reale pista investigativa, si è trattato di una suggestione. Chokri Chaffroud, il complice di Mohamed Bouhlel, lo stragista di Nizza aveva vissuto per anni a Gravina, dove vive una delle comunità albanesi più importanti e, indagini alla mano, con più affari criminali. Ed erano proprio albanesi due presunti complici di Bouhlel, arrestati dopo la strage sulla Promenade con l'accusa di avergli offerto un supporto logistico per compiere l'attentato.
La prevenzione. Chiaro il rischio, in questi mesi si stanno prendendo tutte le contromisure affinché il pericolo resti potenziale. La Dna, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo ha sottoscritto in estate un protocollo con i colleghi serbi che serve proprio a mettere in rete le informazioni. In questo senso il porto di Bari, considerato hub per il passaggio, è in grado di offrire un supporto fondamentale: ha un sistema informatico di registrazione dei passeggeri che consente di verificare alle forze di polizia in tempo reale chi, quando e soprattutto accompagnato da chi ha viaggiato.
Proprio grazie a questo software - unico in Italia - è
stato possibile individuare Ahmed Dhamani, uno dei fiancheggiatori di Salah Abdeslam, il terrorista che assaltò Parigi il 13 novembre 2015. Nessuno conosceva il suo nome ma la Digos di Bari scoprì che i due avevano viaggiato insieme da Bari a Patrasso il primo e il 5 agosto, in quel viaggio in Grecia nel quale fu probabilmente organizzata la strage.
VIDEO
Piantagioni raddoppiate nel giro di due
anni, un business criminale gestito con criteri manageriali per
incrementare un giro d’affari da miliardi di euro,…….. http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/16_giugno_03/narcos-dall-adriatico-oltre-mille-piantagioni-21b80694-29c0-11e6-8bea-50842573ee10.shtml
*Wo Frank Walter Steinmeier schon wieder Fortschritte in Albanien sieht?
Der Albanische Aussenminister Andi Bushati, will kurz gesagt viel Geld und
ohne jede Kontrolle im Stile des Betrügers Georg Soros.* *Das läuft auf dem
Niveau ab!* Foreign Policy: *„Sexual favors, bribes and corruption dominate
the current Albanian Foreign Ministry“*
Nepotismus – Klientel System des Edi Rama – Ilir Meta in alter Tradition
Mit dem Kurden Barzani Verbrecher Clan, betriebt Frank Walter Steinmeier im
Irak *Ethnische Säuberungen*, zuvor Drogen und Menschenhandel, Ehrenmorde,
Kinder Handel und Zw... mehr »
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